Per tutto l’Ottocento la Banda di Vigo di Fassa rimase priva di uniforme: le scarse disponibilità economiche venivano riservate piuttosto agli strumenti e al maestro. Nei primi anni di vita, o meglio dalle prime fotografie raccolte, possiamo notare che il costume in realtà non esisteva, dal momento che il vestito indossato dai musicanti non era altro che un abito elegante, composto da pantaloni e giacca. All’inizio del Novecento arrivava solo fino allavita, con cravatta e cappello con visiera. Alcune testimonianze in realtà ci fanno pensare che una divisa fosse già presente alcuni anni prima.
Dopo la seconda guerra mondiale si eliminò la giacca corta e venne introdotta ufficialmente la divisa attuale dei Veteraner (pronuncia feteraner) di Vigo. La prima apparizione in pubblico con questa ‘mondura’ risale probabilmente al giugno 1946, quando il complesso di Vigo partecipò alla festa del S. Cuore a Bolzano. Fino agli anni Ottanta del secolo scorso, i cappelli con la divisa vennero ancora mantenuti, ma solo in occasione di funerali o servizi di minor importanza: il 5 giugno 1984, giorno della sepoltura del padre del presidente Ghetta Luigi, la Banda di Vigo adottò la divisa ufficiale e da allora, per tutti gli impegni, si è sempre presentata in pubblico in tale maniera.
Dal 1946 ad ora vennero attuate delle modifiche alla divisa, volute dall’organo direttivo della Banda; negli anni Cinquanta, per ovviare al freddo delle stagioni invernali, al modello-base veniva aggiunto il “frac” (corpet de sora) verde, acquistato in val Pusteria.
Visti i costi del costume da “Veteraner”, che comprendeva scarpe nere, calzettoni bianchi, pantaloni neri fino sotto il ginocchio, camicia bianca, scialle possibilmente in seta da portare sotto il gilet di color rosso con bordature dorate e cappello tubolare nero corto, non tutti i musicisti potevano permettersi di avere tutto il vestiario al completo, così a partire dal 1978, per iniziativa del presidente Luigi Ghetta, si iniziò ad uniformare la divisa di tutti i bandisti, con l’obiettivo di un’eguaglianza esteriore nel modo di presentarsi in pubblico, secondo le sane regole del cameratismo e dello spirito di gruppo. Si aggiunsero così per tutti i musicisti “i bòzui”, (i bozzoli in filo di lana bianchi e rossi da allacciare al collo), vennero acquistate delle scarpe nere con una fibbia dorata e, spese permettendo, ogni anno si provvedeva a cambiare pantaloni, giacche o gilet a seconda delle esigenze. Così facendo, a carico del suonatore rimaneva la camicia e lo scialle sotto il gilet, ma già nel 1993 anche le camicie furono cambiate: a spese della società, sempre bianche, ma con l’aggiunta di eleganti sbuffi sulle maniche.
Interessante notare come i pantaloni ancor oggi siano di stoffa, tagliati con del drappo nero pesante, e non in pelle secondo il modello più costoso delle vicine valli tirolesi.
L’undici maggio 2003 il complesso di Vigo presenta finalmente, con una cerimonia ufficiale i nuovi costumi delle ragazze, che da quando entrarono per la prima volta a far parte del sodalizio assunsero lo stesso abito degli uomini, con l’aggiunta della gonna nera anziché dei pantaloni.
Erano ormai parecchi anni che si pensava ad un cambiamento ufficiale dell’abito femminile, con l’intento di renderlo diverso e nobilmente più elegante. In un primo momento si pensò di adottare lo stesso delle vivandiere (Fasciane), ma sarebbe risultata una scelta errata: nella Banda di Vigo ciascuno
ha un suo ruolo preciso, diverso e ben distinto. Così, avvalendosi della consulenza di esperti, della collaborazione della responsabile dei costumi Miriam Ghetta e con il prezioso aiuto economico dell’Assessore alle Minoranze Linguistiche della Regione Trentino-Alto Adige, attualmente la Mùsega da Vich si presenta con il nuovo costume femminile.